Le indiscrezioni, dunque, erano fondate. Lo scorso 29 settembre, in occasione della conferenza stampa di presentazione della Nadef (Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza), rispondendo alla domanda di un giornalista, il Presidente del Consiglio ha confermato che il Governo è intenzionato a inserire nella riforma fiscale la revisione degli estimi catastali.
L’annuncio non ha potuto che destare stupore in chiunque abbia un minimo di rispetto per l’istituzione parlamentare. Solo tre mesi fa, infatti, esattamente il 30 giugno, le Commissioni Finanze del Senato e della Camera, al termine di un lungo ciclo di audizioni sull’annunciata riforma fiscale, e all’esito di un approfondito dibattito fra i diversi gruppi parlamentari, avevano deciso di non includere il suggerimento di un intervento sul catasto nel documento di indirizzo politico al Governo per la riforma in gestazione. Ed è paradossale che proprio nella Nadef, e cioè il testo che il Presidente del Consiglio ha presentato insieme con il Ministro dell’economia pochi minuti prima di rispondere alla domanda sul catasto, ci sia scritto che il documento approvato in Parlamento “costituirà la base per la predisposizione da parte del Governo di un disegno di legge delega sulla riforma fiscale”. La base per tutto fuorché per quanto riguarda il catasto, pare di capire.
Peraltro, i due partiti di maggioranza che in Commissione avevano ottenuto la mancata inclusione della revisione degli estimi fra le indicazioni per l’Esecutivo (Lega e Forza Italia) hanno ribadito la loro contrarietà al progetto quasi quotidianamente nelle ultime settimane, sin dal giorno (14 settembre) del lancio in prima pagina dell’indiscrezione sulla volontà del Governo da parte del Sole 24 Ore, quotidiano della Confindustria. Così come ha continuato a fare, dall’opposizione, Fratelli d’Italia, ma anche qualche esponente autorevole di partiti di maggioranza come il Movimento 5 Stelle e Italia Viva.
Nel frattempo, contro l’dea di intervenire sul catasto si è espresso in modo netto, nella relazione presentata in occasione dell’assemblea annuale della Confcommercio, il Presidente Carlo Sangalli. E la medesima posizione hanno assunto le associazioni degli agenti immobiliari, a cominciare dalla Fiaip.
Vedremo se i due partiti di maggioranza faranno valere le loro posizioni. Intanto, deve essere evidenziato che le parole con cui Mario Draghi ha accompagnato l’annuncio dell’intervento sugli estimi sono in parte stupefacenti e in parte preoccupanti.
Stupefacente è ascoltare il Premier affermare che “nessuno pagherà di più e nessuno pagherà di meno”. Che cosa vuol dire? Rivedere gli estimi e ottenere quel risultato è, evidentemente, impossibile. Significa, allora, che il nuovo catasto non si applicherà subito? Se il senso dell’affermazione era questo, significa che l’appuntamento con i rialzi è solo rinviato e che – quindi – la rassicurazione del Presidente del Consiglio sa un po’ di pubblicità ingannevole.
Preoccupante, poi, è ascoltare Draghi dire che si tratterà di «una delega molto generale, che prepara il contesto per i futuri decreti delegati, che son quelli dove si farà la riforma del fisco». Molto generale? Non c’è nulla di più pericoloso! L’articolo 76 della Costituzione sancisce che “l’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principii e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti”. Come è evidente a chiunque, più quei principii e quei criteri sono “generali”, maggiore è la libertà che il Governo potrà avere in sede di predisposizione dei decreti delegati. E per “Governo”, in relazione alla materia catastale, deve intendersi Agenzia delle entrate, visto che ad essa sarà di fatto affidata la stesura dei provvedimenti attuativi. Ma è la politica che deve decidere i contenuti di una riforma del catasto (come di qualsiasi altra riforma), non l’amministrazione finanziaria. Matteo Renzi bloccò nel 2016 la legge dell’epoca perché – come ricordato recentemente dall’allora Viceministro dell’economia Zanetti – «stava venendo partorito a livello tecnico un mostro» (benché in quel caso la delega fosse dettagliata e frutto di confronto politico).
Al momento di licenziare questo numero del notiziario, il Governo non ha ancora presentato la sua riforma fiscale. Ne parleremo, naturalmente, su Confedilizia notizie di novembre, ma nel frattempo i nostri associati possono tenersi aggiornati attraverso tutte le altre modalità: il nostro sito Internet, i nostri canali social (Facebook, Twitter, Linkedin), gli interventi su giornali e tv.
g.s.t.
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da Confedilizia notizie, ottobre ’21
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