“La libertà al tempo della paura. Come riconquistare i diritti perduti”. Se ne è parlato con giornalisti, filosofi, storici, imprenditori, geografi, scienziati, nel corso della sesta edizione del Festival della cultura della libertà, manifestazione che si è svolta, come da tradizione, a Piacenza presso il PalabancaEventi (gentilmente concesso dalla Banca di Piacenza) e che ha visto Confedilizia tra gli organizzatori insieme all’Associazione dei Liberali Piacentini Luigi Einaudi, al Giornale e ad European students for liberty. Direttore scientifico, come nelle precedenti edizioni, Carlo Lottieri.
Alla due giorni piacentina, con una preapertura il venerdì nel corso della quale vi è stata la presentazione del libro “Virus e Leviatano” (ediz. Liberilibri) di Aldo Maria Valli, si è potuto partecipare sia in presenza sia tramite la diretta streaming. Diretta che, quest’anno, è stata seguita da migliaia di persone.
I lavori sono stati aperti da Corrado Sforza Fogliani, che ha ricordato la figura del prof. Francesco Forte: “spirito libero che non ha mai mancato a nessuna edizione del nostro Festival, protagonista della vita politica con la forza del suo pensiero: teorizzatore del liberalismo sociale e del socialismo liberale. Ci mancherà”. Il figlio Stefano, presente in sala, ha letto la poesia scritta dal padre appena prima di morire (quasi un testamento, intitolato “La verità del gabbiano”) e subito dopo è stato osservato un minuto di raccoglimento in sua memoria.
Il Presidente di Confedilizia, Spaziani Testa, ha partecipato come relatore alla sessione dal titolo “Dopo la disfatta del welfare state. Quali prospettive”, assieme a Daniele Capezzone e ad Andrea Venanzoni.
Corrado Sforza Fogliani – ideatore e anima della manifestazione al quale, come di consueto, sono state affidate le conclusioni del Festival, la cui settima edizione si svolgerà sabato 28 e domenica 29 gennaio 2023 – ha sottolineato tra le altre cose come “non ci sia stata nessun’altra edizione del Festival che abbia tanto parlato con l’esterno” e come le migliaia di persone che lo hanno seguito in streaming, sommate agli intervenuti in presenza, sempre numerosi, abbiano decretato il successo dell’evento culturale “dimostrando che, dopo questa pandemia, per la gente ancora di più si sostanzi la necessità di sentire voci che parlano chiaro e non voci ispirate al pensiero unico”.
“Abbiamo parlato agli uomini di cultura – ha aggiunto Sforza Fogliani – ma anche ai discriminati che non si sono vaccinati per gravi problemi e che ci hanno fatto arrivare il loro ringraziamento per quella solidarietà che fino ad ora non avevano ricevuto da nessuno, nemmeno dalla Chiesa. Persone che soffrono per come questa società incivile li tratta. Una discriminazione di cui l’Italia si dovrà vergognare quando tornerà ad avere un po’ di cervello, finita l’emergenza. Abbiamo parlato anche ai giornalisti conformisti, figli dell’ideologia marxista. Il successo del nostro Festival dovrebbe farli riflettere sul fatto che la gente ha desiderio di sentire le cose direttamente, perché dell’informazione mediata dagli organi di stampa non si fida più e i dati di vendita dei giornali cartacei sono lì a dimostrarlo.
Noi, come dicevo, abbiamo dato speranza, chi ha ammannito notizie solo sull’argo mento pandemia non ha fatto altro che terrorizzare”.
Dopo aver ringraziato “la mente del Festival” Lottieri, il presidente Spaziani Testa e il segretario generale Egidi di Confedilizia “la maggior sostenitrice del nostro Festival”, Danilo Anelli, “braccio operativo, generalissimo di tutti i volontari, ai quali si deve la buona riuscita di una manifestazione che va crescendo, perché gli si riconosce autorevolezza”, Sforza Fogliani ha passato in rassegna i vari momenti del Festival e gli argomenti trattati, compiendo una riflessione conclusiva sul come riconquistare i diritti perduti o fortemente compromessi per l’espansione di uno Stato che non arretrerà al livello prepandemia.
“In una situazione politica dove di fatto si introduce una Repubblica semipresidenziale senza chiedere il permesso e non si litiga più per la politica stessa, come si faceva nel 1948, perché non la si ritiene più strumento utile al miglioramento della nostra vita, noi liberali dobbiamo andare avanti per la nostra strada, preoccuparci e lottare contro la mentalità che con la pandemia si è sviluppata, prendere le critiche dei passatisti come segno che stiamo andando nella giusta direzione, perché la nostra ideologia ha la capacità di rinnovarsi, quella passatista è già stata condannata dalla storia”, ha affermato Sforza Fogliani, che ha chiuso citando una frase di Benedetto Croce: “La libertà ha per sé l’avvenire”.
da Confedilizia notizie, febbraio ’22
Confedilizia notizie è un mensile che viene diffuso agli iscritti tramite le Associazioni territoriali della Confederazione.