“Il Viceministro Zanetti rileva che la cedolare secca sugli affitti fu introdotta, nel settore abitativo, per far emergere il sommerso. In effetti, quella fu la motivazione con la quale diverse forze politiche sostennero l’approvazione della nuova imposta sostitutiva.
Tuttavia, di ragioni ve ne erano anche altre, e validissime: in primo luogo quella di incentivare l’unica forma di investimento in cui la compresenza di imposte reddituali e patrimoniali, se priva di correttivi, causa il progressivo allontanamento dei risparmiatori.
Per il settore non abitativo sta accadendo la stessa cosa: in tale comparto, infatti, la somma di ben sette tributi a carico dei proprietari (Irpef, Imu, Tasi, Registro, Bollo e addizionali regionale e comunale all’Irpef) fa sì che la tassazione eroda fino all’80 per cento del canone di locazione, senza contare le spese di manutenzione dell’immobile e l’eventuale indennità di avviamento.
L’introduzione, anche per gli affitti di negozi e uffici, di una cedolare secca sarebbe l’unico modo per interrompere la spirale che sta portando i proprietari dei locali a tentare di liberarsi dei propri beni. In tal modo, si aiuterebbero il commercio e l’artigianato, contribuendo a combattere la desertificazione e il degrado di tante aree urbane”.
Roma, 6 aprile 2016
UFFICIO STAMPA