Quella presentata dal Governo Meloni può essere senz’altro definita una manovra “necessitata”, sia per via dei tempi ristretti, sia per l’esigenza di dedicare gran parte delle risorse al caro energia. È apprezzabile, quindi, il segnale – che avevamo richiesto – relativo all’Imu sugli immobili occupati, ma ci aspettiamo presto misure incisive per il comparto immobiliare. Abbiamo detto questo – in estrema sintesi – in occasione della nostra audizione sul disegno di legge di bilancio dinanzi alle competenti Commissioni parlamentari della Camera e del Senato.
In particolare, abbiamo dato una valutazione positiva sulla norma che esenta dall’Imu gli immobili occupati in seguito al compimento di reati, manifestando però l’auspicio che venga estesa a tutte le occupazioni senza titolo, nonché su quella che proroga le agevolazioni per l’acquisto della prima casa da parte dei giovani. In merito alle norme sul reddito di cittadinanza, poi, abbiamo suggerito di prevedere l’erogazione diretta ai proprietari della componente destinata al pagamento dei canoni di locazione.
Per il prossimo futuro, l’auspicio è che il Governo voglia procedere al varo di quelle misure incisive di cui il comparto immobiliare necessita da tempo: il rilancio degli affitti commerciali (attraverso l’eliminazione della tassazione dei canoni non riscossi, l’introduzione di una tassa piatta, lo snellimento delle regole contrattuali); la riduzione – in attesa del suo superamento – della tassazione patrimoniale sugli immobili; l’impostazione di un sistema stabile ed equilibrato di incentivi per gli interventi edilizi.
Per il futuro, come abbiamo rilevato in occasione di un’altra audizione parlamentare, quella sul decreto “Aiuti-quater”, occorre procedere a una riorganizzazione di tutta la copiosissima normativa esistente in materia dal lontano 1997, al fine di impostare un sistema stabile ed equilibrato di sostegno agli interventi finalizzati a riqualificare il nostro patrimonio immobiliare. Il punto di arrivo, però, non dovrà essere una misura di detrazione unica. Dovranno continuare a essere maggiormente incentivati – come sinora accaduto con il sismabonus e l’ecobonus, poi confluiti nel superbonus – gli interventi di miglioramento sismico e quelli di efficientamento energetico: i primi, per ovvie ragioni legate alla conformazione stessa del nostro Paese; i secondi, in virtù della riconosciuta esigenza pubblica di contenimento dei consumi, ma anche in vista dell’approvazione della nuova direttiva Ue sul rendimento energetico nell’edilizia.
g.s.t.
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da Confedilizia notizie, dicembre ’22
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