L’Italia ha una lunga storia di terremoti distruttivi, ed è pertanto comprensibile che la priorità principale del Paese dovrebbe essere la riqualificazione antisismica degli edifici.
Questa scelta si basa sulla consapevolezza che un nuovo forte terremoto potrebbe causare non solo danni materiali, ma anche perdite di vite umane. Gli edifici costruiti prima degli anni ’70, spesso non sono in grado di resistere ai terremoti e per questo motivo dovrebbero essere sottoposti, il prima possibile, a interventi per il rinforzo strutturale.
La riqualificazione energetica degli edifici, invece, rimane certo una priorità importante ma in questo momento assume un ruolo di secondo piano rispetto alla riqualificazione anti-sismica. Questo è vero soprattutto per gli edifici più critici, come quelli scolastici; addirittura nei Comuni più a rischio, solo 1 scuola su 4 è antisismica.
Ciò non significa che la questione energetica sia da dimenticare, ma che, da qualsiasi parte la si guardi, l’urgenza di proteggere la popolazione dai rischi sismici renda necessario concentrare le risorse disponibili su questo fronte.
Inoltre è importante sottolineare come la riqualificazione degli edifici in chiave anti-sismica non rappresenti solo un’opportunità per migliorare la sicurezza delle abitazioni ma anche per creare posti di lavoro, stimolare l’economia locale e proteggere i territori del nostro Paese colpiti da un progressivo spopolamento.
31.3.2023