Veniamo ora al deficit e partiamo dal punto fondamentale ovvero la nuova modalità con la quale viene contabilizzato il bonus per l’edilizia; modalità recepita dal nostro Paese dopo le modifiche di Eurostat al Manual on government deficit and debt, che indica come contabilizzare correttamente questo tipo di bonus.
Secondo le nuove regole, i 71,7 miliardi di oneri per lo Stato legati al superbonus (cifra calcolata a fine gennaio 2023 da Enea) non possono più essere distribuiti su più bilanci annuali e, soprattutto, non possono essere più trasformati in crediti fiscali “non pagabili” o “perdibili”. Cosa vuol dire?
Prima lo Stato rimborsava le spese sostenute da imprese e cittadini tramite il credito d’imposta che, se eccedeva l’imponibile del contribuente, non veniva, appunto, pagato. E ora?
Adesso l’onere dello Stato deve essere sempre “pagabile” ovvero “esigibile”, ma lo Stato non ha soldi a sufficienza per coprire tutti i crediti d’imposta di imprese e cittadini a meno che non decida di aumentare il debito pubblico, decisione, evidentemente, impossibile da prendere dato il livello astronomico del debito italiano.
Quindi d’ora in poi potrà accedere al superbonus solo chi ha la capacità reddituale per portare tutte le spese in detrazione, dal momento che la possibilità di cedere i crediti è stata bloccata.
Per questo è cruciale l’appello al Governo fatto da Confedilizia, che va a supportare tutte le famiglie e le imprese che, senza nessun preavviso, si sono ritrovate a dover sostenere le spese per i lavori senza poter accedere a nessun incentivo. Secondo le stime i crediti incagliati, ovvero quelli bloccati nei cassetti fiscali perché non possono più essere ceduti al sistema bancario, sono 19 miliardi di euro.
La vera emergenza, dice Confedilizia, è quella di sbloccare questi crediti; non abbandonare chi ha già cominciato i lavori con CILA “S” posteriore al 16 febbraio, e tenere alta l’attenzione su questa crisi degli incentivi all’edilizia affinché il Governo apporti delle modifiche al decreto “stronca bonus”.
8.3.2023