La linea dura di Lagarde non frena la voglia di casa degli italiani
Ma le conseguenze della presa di posizione di Francoforte, per cui l’unica soluzione possibile è quella di far diventare il denaro sempre più pesante, iniziano a farsi sentire e gravano sui risparmi e sul futuro dei cittadini. Rendendo, tra le altre cose, l’obiettivo di avere una casa di proprietà non più un diritto, ma una conquista.
Per la precisione le rate dei mutui a tasso variabile, dal 2021, sono cresciute in media del 43%. A precisarlo è la Fabi nel dossier “Mutui e credito al consumo: l’aumento dei tassi d’interesse decisi dalla BCE e gli effetti sui prestiti alle famiglie”.
Qui sotto nello specchietto riassuntivo i punti essenziali del report Fabi.
· Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021/inizio 2022, non cambiano e restano intatte fino al termine del piano di rimborso. · Le rate dei mutui a tasso variabile sono cresciute in media del 43% dal 2021: vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga 715 euro. · I nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa l’1,8% a anche oltre il 4% con le rate mensili che possono risultare sulla base delle offerte delle banche anche raddoppiate. · I nuovi mutui a tasso variabile sono arrivati al 2,8%, dallo 0,6% di fine 2021: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro, della durata di 20 anni, la rata mensile oggi è di 825 euro, ben 160 euro in più (+24%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa, ovvero 665 euro. · Per un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro di 25 anni (il tasso medio applicato dalle banche raggiunge oggi il 3,9% dallo 0,6% di fine 2021), la rata mensile è di 1.056 euro, mentre per un prestito da 100.000 euro, sempre di 25 anni, la rata mensile è, invece, di 517 euro. |
Dato il contesto, assolutamente non ideale per decidere di comprare casa, verrebbe da congetturare che l’inizio della corsa al rialzo dei tassi abbia portato a una contrazione della domanda di mutui, tuttavia non è così, infatti il rialzo dei tassi frena ma non arresta il comparto sottolineando la “voglia di casa” degli italiani. Nel terzo trimestre 2022 le compravendite residenziali, come mostra la Bussola Mutui di Crif, sono cresciute del +1,7% rispetto al corrispondente trimestre 2021.
L’auspicio è che Christine Lagarde ascolti il suggerimento di Panetta di moderare la portata dei rialzi, per limitare la “perdita di reddito reale dei lavoratori” e predisporre “un aggiustamento più affinato dei rialzi che non freni l’attività economica” ma anche, aggiungiamo, affinché chi sostiene il mutuo già al limite delle sue capacità reddituali non debba arrivare fino al punto di dichiarare, per dirla con Lucio Battisti, “vendo casa”.
2.3.2023