Sul banco degli imputati per la carenza di alloggi da acquistare o affittare e per il livello dei prezzi, politici e giornalisti mettono invariabilmente i proprietari di casa. Strano che nessuno, tra politici e giornalisti, parli di un fenomeno gigantesco che, quello sì, incide sul livello dei prezzi e sulla disponibilità di case. Il fenomeno è quello delle case pubbliche sfitte. Non vi sono dati aggregati ufficiali e puntuali, ma la lettura di report locali restituisce un panorama inquietante.
Le case pubbliche sfitte a Milano
È a Milano che la situazione è più grave. Gli alloggi pubblici non affittati sono più di 12mila: 5.268 sono responsabilità di Erp (Edilizia residenziale pubblica), quindi del Comune di Milano, e più di 7mila sono sotto l’ombrello di Aler (Aziende Lombarde per l’Edilizia Residenziale), un organismo della Regione.
Tra i dati più preoccupanti vi sono quelli sui motivi della mancata assegnazione degli alloggi pubblici: più della metà sono in ristrutturazione o in attesa di lavori, mentre più di 3mila sono occupati abusivamente. Questi numeri, già elevati in valore assoluto, diventano ancora più rilevanti in senso relativo. I 5.268 alloggi non allocati di Erp sono il 19,5% delle circa 27mila case popolari gestite e i quasi 7mila appartamenti dell’Aler non affittati sono il 21,7% dei 32.022 in capo all’organismo regionale.
Sono percentuali molto più alte di quelle medie riguardanti Milano, dove, si stima, le case sfitte totali sono meno del 12%. In sostanza il settore pubblico, almeno in termini relativi, contribuisce più di quello privato al problema della carenza di alloggi dato che la domanda inevasa di appartamenti da parte dei segmenti più fragili della popolazione si riversa sul canale privato, aggravando lo squilibrio tra domanda e offerta. In sostanza: moltissima domanda, poca offerta, prezzi più alti di quello che sarebbero se il pubblico facesse il proprio dovere affittando gli alloggi a sua disposizione.
In tutta la Lombardia 60mila le case pubbliche sfitte
Considerando tutta la Città Metropolitana di Milano le case pubbliche sfitte arrivano a quota 15mila secondo l’assessore regionale alla Casa Paolo Franco, mentre in tutta la regione se ne contano circa 60mila. Tre quarti, 45mila, sono responsabilità dei singoli comuni, mentre la parte rimanente è in mano al Pirellone.
A Roma, dove i numeri sono meno recenti di quelli lombardi, le case effettivamente vuote sono meno, 602, che non sono assegnate per “mancanza di persone in graduatoria”. Non c’entra, però, una maggiore efficienza del settore pubblico quanto piuttosto il fenomeno dell’occupazione abusiva: a Roma sono molti di più gli alloggi che in realtà non sono utilizzati da chi ne avrebbe diritto, bensì da abusivi. Sono in questa condizione quasi 10mila appartamenti sugli 81mila disponibili, e arrivano a 19mila considerando tutta la provincia e le case dell’Erp, comunale, e dell’Ater, ente regionale.
I numeri a Venezia, Bologna, Firenze
Anche a Venezia i numeri sono importanti: nel 2022 risultavano 1.779 case sfitte, 505 del comune e 1274 della regione. Anche in questo caso a essere ancora più impressionante è il dato percentuale. Considerando solo gli alloggi di responsabilità regionale, quindi di Ater (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale), sono ben il 20% quelli lasciati sfitti.
A Bologna le case pubbliche sfitte superano le mille unità: 738 alloggi di Acer (Azienda Casa dell’Emilia-Romagna) su 12mila, e 387 dell’Asp (Azienda pubblica di servizi alla persona) su un totale di soli 1.487. Tuttie vuote e prevalentemente in manutenzione.
Infine Firenze, di poco più piccola di Bologna, ma molto più turistica e più spesso sui media per la carenza di appartamenti da acquistare o affittare. Qui le case pubbliche sfitte sono 800, ma diventano 1.200 in tutta la Città metropolitana, mentre ammontano a 4.051 in Toscana, soprattutto a causa di manutenzioni che si trascinano all’infinito a causa della mancanza di fondi per i lavori.
14.9.2023