Questa è la storia di una signora che si è ritrovata, a causa della morte del padre, proprietaria di un immobile (un’ex fabbrica di circa 700 metri) a Firenze, locato fino a tre anni fa. Da allora, l’immobile è rimasto libero ed inutilizzato e la signora, visti gli alti costi di manutenzione e gli oneri fiscali gravanti sullo stesso, aveva intenzione di venderlo.
A novembre del 2013, quando era in corso una trattativa per la vendita dell’ex fabbrica, la proprietaria veniva informata da un vicino che una trentina di persone si erano impossessate dell’immobile con sfondamento di diverse porte di ingresso e sostituzione delle serrature, installandovisi stabilmente, riorganizzando lo spazio con opere di ripulitura e di tramezzatura, arredandolo e ponendovi la loro stabile dimora come se fossero a casa propria.
La signora presentava immediatamente denuncia alla stazione dei Carabinieri e iniziava le pratiche per il recupero dell’immobile di sua proprietà con un’azione contro lo spoglio violento dello stesso.
Successivamente, il giudice civile riconosceva le sue ragioni, ma quando l’Ufficiale giudiziario – a marzo dell’anno scorso – si recava sul luogo dell’occupazione abusiva, veniva accompagnato soltanto da due Carabinieri, mentre il gruppo degli occupanti, costituito a questo punto da circa 40 persone, non rilasciava l’immobile ed anzi, con cori e urla, si faceva addirittura beffa degli intervenuti, con il risultato che la manifesta insufficienza della assistenza della Forza pubblica rendeva impossibile all’Ufficiale giudiziario l’esecuzione dell’ordinanza del Tribunale di Firenze.
E così la sfortunata proprietaria è ancora lì che aspetta di rientrare in possesso di quello che è suo.
di Corrado Sforza Fogliani, presidente Centro studi Confedilizia