Secondo un’indagine della Confcommercio, gli italiani aspirano a vivere in quartieri in cui siano presenti negozi di prossimità, perché questi rafforzano le comunità, fanno sentire più sicure le persone e fanno crescere il valore delle abitazioni.
Il numero di negozi, però, diminuisce costantemente. E la politica – nazionale e locale – non può continuare a ignorare questo enorme problema.
La Confedilizia ha da tempo avanzato due proposte, che non pretendono di essere risolutive ma che certamente aiuterebbero a fare qualche passo in avanti.
La prima è l’introduzione della cedolare secca per le locazioni non abitative. Il Governo l’ha prevista nell’ambito della riforma fiscale e il Parlamento l’ha ratificata nella legge delega approvata un anno fa. Ora, però, bisogna attuarla.
La seconda è la liberalizzazione dei contratti di locazione commerciale, ingessati da una normativa risalente a quasi mezzo secolo fa, che impone durate infinite e regole controproducenti come quella riguardante l’indennità di avviamento. È ora di rimuovere questo ostacolo all’incontro fra le parti.
gst
da Confedilizia notizie, settembre ’24
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