L’editoriale di questo mese vogliamo dedicarlo al più classico degli esempi di politica demagogica e illiberale, quello consistente nella generosità con i soldi altrui.
Partiamo dai fatti, riportando una notizia del 22 novembre scorso che campeggia con evidenza sul sito Internet del Comune di Roma:
Sospendere nell’anno del Giubileo gli sfratti, partendo da quelli per morosità incolpevole che sono l’85% del totale. A proporlo il direttore della Caritas di Roma Giustino Trincia nel corso della presentazione del Rapporto “Tra indifferenze e speranze, la povertà a Roma – un punto di vista”, presentato oggi nella Sala Poletti di Palazzo Lateranense. Indicazione condivisa anche da Baldassare Reina, vicario del Papa per la diocesi di Roma.
“Accolgo l’appello della Caritas e lo faccio mio. Mi farò portavoce, insieme al Prefetto, nei confronti del governo perché penso sia giusto che nel Giubileo si vari una moratoria straordinaria sugli sfratti”. Così il sindaco Roberto Gualtieri, durante il suo intervento. Il primo cittadino ha ricordato come la misura sia stata adottata durante il Covid auspicando, in tal senso, un atto normativo. Parole condivise anche dal Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca che ha parlato anche di un contributo regionale per l’affitto.
In primo piano dunque la necessità di trovare soluzioni tecniche alla povertà abitativa, con una comunione di intenti tra lo Stato e gli enti locali perché la priorità e la massima urgenza restano quelle di tirare fuori dalla strada i troppi che vi vivono.
È sconcertante che il Sindaco di Roma (Centrosinistra) e il Presidente della Regione Lazio (Centrodestra) chiedano al Governo di impedire l’esecuzione degli sfratti per un anno intero, con la scusa di una festa della Chiesa cattolica e su istanza di quest’ultima.
Si tratta di dichiarazioni demagogiche e irresponsabili.
Per Gualtieri e Rocca, evidentemente, le sentenze dei giudici non hanno valore e i diritti dei proprietari possono essere bellamente calpestati.
Crediamo che il Sindaco e il Presidente, anziché invocare provvedimenti liberticidi, farebbero meglio ad attivarsi per mettere a disposizione di chi ne ha bisogno le migliaia di abitazioni del Comune e della Regione vuote e abbandonate o lasciate in mano ad occupanti senza titolo (e lo stesso potrebbe fare il Vicariato).
Scrive – fra l’altro – Carlo Lottieri in “Controllare gli affitti, distruggere l’economia”, libro promosso dalla Confedilizia e curato da Sandro Scoppa:
“Nel momento in cui si decide un blocco degli sfratti, la dissoluzione della proprietà coincide con il dissolversi dell’altro pilastro fondamentale della società liberale: il contratto. Se abbiamo decisioni dell’autorità governativa che permettono il mancato rispetto degli impegni assunti, è chiaro che l’autonomia negoziale è ormai un ricordo.
Uno sfratto può avere luogo a seguito di una situazione di morosità oppure per fine locazione: in un caso è evidente che il conduttore non ha tenuto fede alla parola data e nell’altro caso dovrebbe essere chiaro a tutti che lo scadere dei termini andrebbe rispettato. Nella prima come nella seconda circostanza, se lo sfratto non ha luogo l’arbitrio s’impone sul diritto, dato che l’ordinamento si schiera a favore di quanti dovrebbero lasciare la casa o il negozio in cui si trovano”.
Parole chiare, che dovrebbero guidare chi fa politica. Con la P maiuscola.
Giorgio Spaziani Testa
da Confedilizia notizie, dicembre ’24
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