Il referendum, dopo tanto parlarne, si è svolto e ha avuto l’esito che tutti conosciamo: vittoria del No e dimissioni del Presidente del Consiglio.
Confedilizia – come noto – non aveva preso posizione a favore dell’una o dell’altra parte, preferendo piuttosto contribuire a fornire ai cittadini gli strumenti per una scelta consapevole, come avvenuto con i due convegni organizzati nella nostra Sala Einaudi in maggio e in novembre, diffusi anche via web. A urne chiuse, quindi, non ha senso entrare nel merito della disputa, men che mai per salire sul carro dei vincitori.
Bisogna guardare al futuro. Ora si apre una fase politica nuova e l’esperienza ci insegna che si tratta di una fase che può presentare gravi pericoli, soprattutto per la proprietà immobiliare. Il riferimento, evidentemente, è alle esperienze dei vari Governi tecnici o semi-tecnici (elettorali, di transizione ecc.), il cui esempio più eclatante è l’Esecutivo Monti, noto per aver triplicato la tassazione sugli immobili e distrutto un intero settore.
Quali che siano gli sviluppi politici, un dato ineludibile è che entro la fine dell’anno dovrà essere varata la manovra per il 2017. E ci sarà da tenere gli occhi più aperti che mai per evitare che – complice la situazione di minore responsabilità politica – vengano introdotte misure di aggravio, fiscale e non, per la proprietà.
Naturalmente Confedilizia lavorerà anche per sostenere le sue proposte di detassazione del settore immobiliare, ma è fin troppo chiaro che le nuove condizioni generali renderanno particolarmente difficile l’adozione di innovazioni in positivo nell’ambito di un testo ormai strutturato.
Dopodiché, le prospettive per il nostro comparto dipenderanno dalla direzione che assumerà la situazione politica, fra ipotesi di elezioni anticipate e voci di nuovi Governi con l’attuale maggioranza.
In ogni caso, quale che sia lo scenario e chiunque venga a trovarsi al timone del Paese, l’impegno di Confedilizia sarà quello di rappresentare, con rinnovato vigore, l’esigenza di un’azione di riduzione di un’imposizione fiscale divenuta insopportabile, di interventi di liberalizzazione di una legislazione sugli affitti commerciali di epoca preistorica, di un rilancio dell’affitto “tradizionale” e di una difesa di quello di tipo turistico, messo sotto schiaffo da una legislazione regionale asfissiante e spesso illegittima (oltre che dagli attacchi di categorie allergiche alla concorrenza).
Ha inizio una fase nuova e piena di incognite. Confedilizia, come sempre, farà la sua parte, a difesa dei risparmiatori dell’edilizia.