Federico Fubini scrive sul Corriere della sera che in Italia il prelievo sugli immobili “è meno alto che altrove e viene compensato opprimendo le imprese e il lavoro dipendente (anche) di chi non può permettersi un appartamento di proprietà”.
Dunque, abbiamo scherzato. Confedilizia esagera, in Italia si sta meglio che “altrove”.…
Qui da noi, il gettito dei tributi sugli immobili ha raggiunto i 50 miliardi di euro.
Ma “altrove” è peggio.
Qui da noi, le imposte patrimoniali si sono quasi triplicate a partire dal 2012.
Ma “altrove” è peggio.
Qui da noi, chi dà in affitto un negozio paga ben 7 tributi (Imu, Tasi, Irpef, addizionale regionale Irpef, addizionale comunale Irpef, registro, bollo), lasciando allo Stato e ai Comuni fino all’80% del canone di locazione (e con quel che rimane deve pagarci le spese di manutenzione).
Ma “altrove” è peggio.
Qui da noi, se hai un’altra casa nel Comune in cui vivi e non riesci ad affittarla, lo Stato ti punisce chiedendoti ben 5 imposte (Imu, Tasi, Irpef, addizionale regionale Irpef, addizionale comunale Irpef).
Ma “altrove” è peggio.
Qui da noi, il canone di locazione va indicato nella dichiarazione dei redditi anche se non viene percepito, salvo (complesse) possibilità di deroga previste solo per gli immobili abitativi.
Ma “altrove” è peggio.
In Italia la situazione è questa. “Altrove”, però, stanno peggio. Dove, non è dato sapere, ma fidiamoci: lo dice il Corriere della sera.
gst