Nel rapporto di Casa Italia le linee sulla prevenzione: incentivi, diagnosi mirate, no a fascicolo fabbricato
Dichiarazione del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa
«A pochi giorni dall’anniversario del sisma del centro Italia e di fronte al nuovo terremoto che ha colpito Ischia, è bene sottolineare i passi in avanti compiuti in tema di prevenzione. Casa Italia, il progetto avviato dal Governo Renzi nel settembre 2016, ha fornito le sue risposte con le 200 pagine del “Rapporto sulla promozione della sicurezza dai rischi naturali del patrimonio abitativo”, che si deve a 17 esperti e all’apporto dei maggiori istituti di ricerca e del sistema universitario. Risposte tanto più importanti se si considera che Casa Italia è assurto a Dipartimento della Presidenza del Consiglio.
La direttrice di fondo del Rapporto è chiara ed è quella che Confedilizia ha sempre propugnato: il tema della prevenzione va affrontato, da un lato, attraverso la politica degli incentivi – che si contrappone a quella dell’introduzione di obblighi generalizzati – e, dall’altro, con analisi mirate delle situazioni di più grave pericolo. Il tutto, mediante un’azione strutturale e non emergenziale. Consci che “non è possibile raggiungere un livello di sicurezza del 100% a fronte dei rischi naturali, ma solo migliorare il livello di sicurezza” e consapevoli della specificità dell’Italia e del suo patrimonio storico-culturale e paesaggistico unico.
Il Rapporto si concentra sulle politiche per la riduzione della pericolosità dei fenomeni naturali, della vulnerabilità degli edifici e del livello di esposizione di persone e cose (i tre fattori che determinano il rischio). Centrali, sul punto, sono le misure contenute nell’ultima legge di bilancio a proposito di Sismabonus: un sistema di forti detrazioni fiscali collegato ad interventi di miglioramento antisismico, che giunge a finanziare sino all’85% della spesa sostenuta. Sistema al quale si affiancherà – specifica il documento – un’operazione di “diagnostica speditiva”, con oneri a carico dello Stato, per gli oltre 550.000 edifici residenziali più vulnerabili nei Comuni con maggiore pericolosità sismica.
Quanto alle informazioni relative allo stato del territorio e dei singoli edifici, le soluzioni scelte dagli esperti di Casa Italia sono – rispettivamente – la “Mappa dei rischi naturali dei Comuni italiani” e il “Repository unico delle informazioni relative agli edifici”. Strumento, quest’ultimo, che muove dalla constatazione che le pubbliche amministrazioni sono già in possesso delle informazioni sui singoli immobili e che spetta allo Stato ordinarle in un unico archivio, accessibile ai proprietari. “Questo approccio – si legge nel Rapporto di Casa Italia – rappresenta anche una risposta al dibattito relativo all’introduzione del fascicolo del fabbricato. Da un lato, individuando un quadro informativo che fornisce una visione estesa ma non ridondante di informazioni importanti per promuovere la sicurezza di un individuo; dall’altro, facendolo senza oneri per i proprietari degli immobili”».
Roma, 22 agosto 2017
UFFICIO STAMPA