Continuano ad arrivare ogni giorno – a Confedilizia, ma anche a deputati e senatori – le richieste di aiuto dai proprietari che subiscono da un anno la requisizione di fatto del loro immobile attraverso il blocco degli sfratti. Una misura che – attraverso ripetute proroghe – ha annullato i provvedimenti con i quali i giudici avevano ordinato di restituire ai proprietari i loro beni, spesso dopo anni di mancati pagamenti, contenziosi e occupazioni abusive.
Confedilizia diffonde oggi una piccola selezione – difficile da fare, in verità – di casi di famiglie messe in ginocchio da un intervento che le ha private del frutto del loro risparmio ed eliminato una fondamentale fonte di reddito, in molti casi pure in presenza di rate di mutuo da pagare e spesso con la beffa di dover sostenere le spese condominiali a carico degli inquilini morosi. Il tutto, senza alcun risarcimento da parte dello Stato; anzi, persino con l’obbligo di versare l’Imu.
La strada da seguire – Confedilizia lo ha detto molte volte – è un’altra. Per gli affitti in corso, servono interventi di sostegno per pagare i canoni. Per quelli oggetto di sentenze, occorre individuare le situazioni di difficoltà, sulle quali agire con misure di aiuto a carico dello Stato.
Il Parlamento si è reso conto di tutto ciò. In Commissione Finanze, alla Camera, la precedente maggioranza si è espressa chiaramente per limitare il blocco, che il decreto-legge Milleproroghe ha esteso fino al 30 giugno, così portandolo a quasi un anno e mezzo. E anche gli emendamenti “segnalati” vanno in questa direzione, con le due nuove forze della maggioranza – Lega e Forza Italia – che hanno proposto di eliminare del tutto il blocco.
Ora attendiamo che il Parlamento dia seguito a questi impegni. Il provvedimento andrà dunque modificato, nel senso di ridurre la portata di una misura che ha messo in estrema difficoltà tante famiglie di piccoli risparmiatori, spesso a vantaggio di soggetti che approfittano della situazione senza alcuno scrupolo.
Roma, 16 febbraio 2021
UFFICIO STAMPA