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Confedilizia è stata ascoltata in audizione dalla Commissione Bilancio del Senato in merito al decreto “Agosto”. Queste le principali osservazioni formulate dall’associazione della proprietà immobiliare, intervenuta con il suo Presidente, Giorgio Spaziani Testa.
- Il decreto prolunga di un mese il credito d’imposta per le locazioni non abitative, previsto dal Governo per sostenere proprietari ed esercenti nella fase più critica. Ad avviso di Confedilizia occorre fare di più, garantendo questa misura per sei mesi, sino alla fine di settembre (due mesi in più). Arrivare a coprire l’intero periodo estivo darebbe maggiore tranquillità a molti.
- In questa fase di difficoltà per numerose attività commerciali, con conseguenti mancati pagamenti degli affitti ai proprietari dei locali, l’assurdità della norma che sottopone a tassazione anche i canoni non percepiti si manifesta in modo eclatante. Bisogna finalmente rimuoverla, adeguando la normativa sulle locazioni commerciali a quella sugli affitti abitativi.
- Sempre in tema di locazioni non abitative, servono poi interventi strutturali, per i mesi e gli anni a venire. Accanto a misure di detassazione per gli esercenti, è indispensabile disporre una diminuzione del carico tributario sui redditi da locazione, attraverso la cedolare secca per le persone fisiche e una misura analoga per le società. La tassazione che colpisce questi immobili è talmente elevata da limitare fortemente i margini di contrattazione fra proprietari e inquilini.
- Deve essere ridotto il peso della patrimoniale sugli immobili. L’Imu non è un problema solo per alberghi e discoteche, per i quali il decreto ha disposto esenzioni per quest’anno, ma per tanti altri contribuenti rimasti privi di reddito o che hanno visto le loro entrate ridursi drasticamente in conseguenza della pandemia: proprietari di locali commerciali, proprietari di case affittate a studenti, a lavoratori in trasferta, a turisti ecc.
- Il blocco generalizzato degli sfratti fino al 31 dicembre ha messo in gravissima difficoltà tante famiglie di piccoli risparmiatori. Si tratta di una disposizione inaccettabile sul piano di principio, per il suo essere palesemente lesiva del diritto di proprietà. La sua gravità potrebbe però essere almeno attenuata se essa fosse limitata a situazioni di comprovata difficoltà degli inquilini, esclusa per le situazioni precedenti all’apparizione del virus e accompagnata da adeguati indennizzi in favore dei locatori.
Roma, 1 settembre 2020
UFFICIO STAMPA
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