Elezioni europee, bocciati i partiti e i governi più oltranzisti sul Green Deal
Hanno perso, più di quanto previsto. Gli alfieri dell’ideologia green, quelli che avevano sostenuto la prima bozza della direttiva “case green”, la più estrema, sono i principali sconfitti del voto per il rinnovo del Parlamento europeo. Hanno perso nonostante nel complesso gli equilibri politici non siano stati stravolti e la maggioranza uscente non sia stata bocciata in termini numerici. Gli elettori hanno dato una lezione specificatamente a loro, i Verdi, e ai partiti a loro più vicini.
Il gruppo parlamentare verde aveva 67 seggi nell’ultima legislatura, ora dovrà accontentarsi di 53, un risultato persino inferiore di quello prospettato dai sondaggi più recenti, che gliene attribuivano tra i 54 e i 58. E non dimentichiamo che nel frattempo sono aumentati i seggi del Parlamento, passando da 705 a 720. Significa che, guardando alla proporzione di scranni occupati, i Verdi passano dal 10,1% (71 su 705) al 7,4% (53 su 720).
Non rieletto il relatore della direttiva “case green”
Dato simbolico, non è stato rieletto Ciaran Cuffe, il deputato del Green Party irlandese che è stato relatore della direttiva “case green”. Il suo partito è stato più che dimezzato dagli elettori, passando dall’11,4% al 5,4%.
Tra le sconfitte più cocenti, se non altro per le dimensioni del loro Paese, c’è quella dei Verdi tedeschi: passano dal 20,5% all’11,9%, scendendo da 21 a 9 seggi. Ha sofferto i cali maggiori nei lander dell’Est, quelli in cui i redditi delle famiglie sono più bassi e in cui, guarda caso, lo stock immobiliare è mediamente più vetusto, anche più che in Italia. Qui in molti casi (dal Brandeburgo alla Turingia) ha perso più di metà dei voti.
Ancora peggio è andata in Francia, dove il principale partito ecologista, Europe ecologie, è crollato dal 13,5% al 5,5%, passando da 10 a 5 seggi, nonostante gli scranni destinati alla Francia siano nel complesso passati da 79 a 81.
Non solo, a essere sconfitti sono stati anche i Verdi austriaci, scesi dal 14,1% all’11,1%. Quelli belgi, duramente puniti anche alle contemporanee elezioni nazionali, hanno perso un seggio su tre a causa della perdita di circa metà dei voti nella parte francofona, la più povera del Paese. Anche nella ricca Finlandia, però, gli ecologisti locali perdono un posto, scendendo dal 13,5% all’11,8%.
Verdi “salvati” da esponenti non ecologisti. Ma scendono anche socialisti e liberali
È significativo il fatto che laddove i Verdi riescono a non peggiorare i propri risultati è perché verdi spesso non sono. In Spagna dove passano da 3 a 4 seggi solo per l’imbarco dei deputati di Sumar, che sono di sinistra più che ecologisti, nonché degli indipendentisti catalani repubblicani. Nei Paesi Bassi, in cui si sono fusi ai laburisti e non si sono presentati autonomamente, e grazie a questo ottengono un seggio in più, e in Danimarca, dove il partito, si chiama “Green Left”, è salito del 4%, ma come dice il nome, ha una connotazione più socialista. Lo stesso può dirsi del buon risultato dell’Alleanza Verdi Sinistra italiana, che è stata dovuta a fattori molto diversi, di cui, però, non fa parte l’ecologismo. Sul tema ambientale i suoi esponenti hanno messo poco l’accento, preferendo utilizzare la vicenda di Ilaria Salis e la guerra a Gaza per ottenere consensi, dandosi anch’essi un’immagine più di sinistra che ecologista.
Non che le forze esplicitamente di sinistra o progressiste siano andate bene alle elezioni europee. Il gruppo dei socialisti scende da 139 a 135 seggi, nonostante, ribadiamolo, la crescita dei posti a disposizione. Quello di sinistra radicale (Gue) rimane molto debole, con solo 39 seggi, e anche i liberali, che nella scorsa legislatura si erano spesso allineati alle posizioni socialiste in dossier delicati come “case green”, escono sconfitti. Perdono ben 23 seggi, scendendo a 79, soprattutto a causa della sconfitta di Renaissance in Francia e della scomparsa di Ciudadanos in Spagna.
In entrambi i Paesi, come in Italia e in Germania, si sono invece rafforzate le forze politiche che alle politiche più dannose per i cittadini e i proprietari di casa si erano opposti. L’auspicio è che adesso la politica europea cambi direzione, a prescindere dai volti della nuova leadership. Gli europei hanno chiaramente bocciato l’oltranzismo verde ed è ora che anche i palazzi di Bruxelles se ne accorgano.
27.6.2024