Il rischio è che proprietari ed inquilini intestatari di un’utenza elettrica non sappiano come comportarsi in vista del primo versamento previsto per luglio
Gli organi competenti emanino urgentemente i provvedimenti previsti dalla legge circa gli adempimenti connessi al canone Rai: il rischio è, infatti, che proprietari ed inquilini (ma anche comodatari) intestatari di un’utenza elettrica non sappiano come comportarsi in vista del primo versamento previsto per luglio. E ciò, senza considerare gli effetti che l’attuale assenza di questi provvedimenti potrebbe recare in termini di errori e disguidi nelle richieste di pagamento.
Questo l’appello lanciato da Confedilizia all’Agenzia delle entrate nonché ai Ministeri dello sviluppo economico e dell’economia, affinché vengano fornite le indicazioni necessarie all’attuazione della norma prevista dall’ultima legge di stabilità, che, da un lato, ha introdotto la presunzione di detenzione di un apparecchio radioricevente “nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la sua residenza anagrafica”; dall’altro, ha previsto che l’importo annuo del canone – suddiviso in dieci rate mensili – venga pagato con addebito sulla bolletta della luce. Addebito che solo per il 2016 avverrà, relativamente alle rate scadute, a partire dalla prima fattura elettrica successiva al 1° luglio.
In particolare – sottolinea Confedilizia – la legge demanda al Direttore dell’Agenzia delle entrate la definizione delle modalità di presentazione della dichiarazione – di validità annuale – con cui ogni interessato può superare l’indicata presunzione di detenzione. Mentre demanda ai Ministeri dello sviluppo economico e dell’economia – attraverso l’emanazione di un apposito decreto – la definizione di una serie di aspetti relativi, fra l’altro, ai dati utili ai fini dei controlli, alle misure tecniche occorrenti per l’attuazione della norma e ai soggetti interessati dalla stessa. Tutte indicazioni – rileva ancora l’Organizzazione dei proprietari di casa – che non sono, però, state ancora fornite, nonostante la legge abbia previsto l’emanazione dell’anzidetto decreto entro la metà del mese di febbraio.
La conclusione – osserva Confedilizia – è che ogni ulteriore ritardo riduce sempre più il tempo a disposizione degli interessati per comprendere le novità. Con l’effetto, da un lato, che inquilini (o comodatari), residenti in immobili in cui non sono intestatari dell’utenza elettrica, non sappiano come adempiere all’obbligo di pagamento del canone (ove dovuto); dall’altro, di un possibile affastellamento di dichiarazioni di esonero provenienti, in particolare, da proprietari intestatari dell’utenza elettrica di immobili concessi in affitto (o in comodato), i quali – nel dubbio – inviino comunque tali dichiarazioni, onde prevenire eventuali addebiti del canone in bolletta.
Roma, 1 marzo 2016
UFFICIO STAMPA