Se si escludono poche località rinomate dal punto di vista turistico, tra l’altro, si tratta di aree con un reddito medio non elevato, certamente inferiore rispetto a quello che si ritrova nelle province di pianura. Per gli italiani che vivono in queste zone, la spesa per rendere “green” le loro case è elevatissima. Ancora più alti saranno i costi per coloro vivono nella Zona Climatica D, che potremmo definire intermedia a livello di freddo invernale. Qui, infatti, a essere fuori regola già secondo i requisiti del 2030 (quando dovremo rientrare nella classe energetica E) sono ben due case su tre, il 66%.
Sono incluse qui sia la costa marchigiana e abruzzese che quella ligure assieme a metà Toscana, con i principali centri, ma anche le zone interne del Mezzogiorno. Tra queste vi sono il foggiano, il materano, le Murge, il Cilento, la Sicilia centrale più lontana dal mare, gran parte del sassarese e del nuorese.
Queste ultime aree, abitate da una popolazione in calo e molto più anziana della media, sono tra le più depresse economicamente, con entrate che nella grandissima parte dei casi non consentono, così come non hanno consentito in passato, grandi opere di ristrutturazione edilizia.
7.3.2023