Nella sua nota illustrativa al decreto-legge crescita, il Ministero dell’economia e delle finanze indica gli immobili fra le quattro direttrici d’azione del provvedimento. Tuttavia, di immobili il decreto si occupa per aspetti molto limitati, mentre vi sarebbe bisogno di interventi in grado di dare al Paese quella spinta di cui ha urgente bisogno.
Confedilizia ha proposto al Governo alcune misure minime, fermo restando che la priorità è ridurre la soffocante patrimoniale Imu-Tasi da 21 miliardi di euro l’anno, realizzabile anche mediante la sua deducibilità dalle imposte sui redditi (per tutti, anche per le persone fisiche). Ne mettiamo sul tavolo alcune, confidando che il Parlamento voglia compiere un esame nel merito del testo e introdurre le integrazioni necessarie.
Con la manovra è stata introdotta la cedolare secca per le locazioni di locali commerciali di categoria C1, ma limitatamente ai contratti stipulati nel corso del 2019. Se non si stabilisce fin da ora che il nuovo regime si applica anche ai contratti stipulati nei prossimi anni, l’effetto di questa importante misura è perduto. Recuperare locali commerciali sfitti richiede tempo, trattative, lavori, spese: se non si ha alcuna certezza del regime fiscale che verrà, nessuno si muove.
Il prossimo 31 dicembre terminerà il periodo di applicazione dell’aliquota ridotta (10%) della cedolare per le locazioni abitative a canone concordato. Rinviare alla fine dell’anno la proroga o la stabilizzazione di questo regime significa danneggiare gli stessi inquilini a reddito basso, posto che – in assenza di garanzie sul futuro – molti proprietari da tempo optano per i contratti a canone libero.
Dovrebbero poi essere varate misure di forte sgravio fiscale mirate all’acquisto di immobili, da parte di persone fisiche e imprese, da destinare alla locazione una volta riqualificati. È essenziale stabilizzare e perfezionare gli incentivi per ristrutturazioni, risparmio energetico e miglioramento sismico, per renderli applicabili anche laddove ora sono impediti da ostacoli pratici. E ancora, occorre rimuovere le storture fiscali che danneggiano le società immobiliari e bisogna incentivare le permute immobiliari, di fatto irrealizzabili per imposizioni fiscali irrazionali, mentre appare sempre più urgente l’attuazione dell’impegno del vicepremier Salvini all’eliminazione dell’Imu sui negozi sfitti.