La decisione del Governo di bloccare, con il Decreto Legge n.11/2023 del 16 febbraio, la cessione dei crediti e lo sconto in fattura per tutti i bonus fiscali, incluso il superbonus 110%, può mettere in crisi non solo il settore immobiliare, ma l’intero sistema economico del Paese.
La ragione? La spiegano i numeri: il provvedimento interessa decine di migliaia di cittadini, famiglie e professionisti indebitati, 115mila cantieri di ristrutturazione aperti in tutta Italia, 170mila lavoratori e oltre 30mila aziende e se consideriamo anche l’indotto i numeri raddoppiano.
A sottolineare la portata del problema e a porre in primo piano questi numeri, all’indomani della decisione dell’esecutivo di tirare il freno a mano sugli incentivi, sono in primis la Confederazione Italiana Proprietà Edilizia (Confedilizia) e Ance (Associazione nazionale costruttori edili).
Ma qual è la ragione che ha portato Palazzo Chigi a prendere la decisione di bloccare la cessione dei crediti per chi decide di ristrutturare casa? Semplice: l’allarme deficit, ovvero il timore per un disavanzo tra entrate e uscite “fuori controllo” e pronto a trasformarsi in debito pubblico.
8.3.2023