Fin dall’inizio, quando è stata creata in sostituzione dell’ICI, nel 2011, l’Imposta Municipale Unica, IMU, ha avuto a tutti gli effetti la funzione di fare cassa per lo Stato e i comuni. E continua anche oggi ad avere quel ruolo, come i circa 21-22 miliardi di gettito del 2022 stimati da Confedilizia stanno a dimostrare.
Non è un caso che proprio agli esordi, quando fu estesa a tutte le abitazioni e fu resa molto più pesante con l’incremento dei moltiplicatori, fu uno degli strumenti principali usati per risanare i conti pubblici. Nonostante le successive modifiche, come l’abolizione della tassa per alcune prime case, questa imposta è rimasta uno dei balzelli più rilevanti per chi possiede un immobile in Italia. È responsabile, del resto, di più dell’80% del gettito di tutte le imposte collegate ai valori e alle rendite catastali.
I dati del Centro Studi Uil di pochi mesi fa evidenziano come siano ben 25 milioni, la maggioranza degli italiani adulti, coloro che sono coinvolti dal pagamento di questa tassa, soprattutto per le seconde case o quelle principali di categoria catastale A/1, A/8 e A/9.
13.4.2023