Le case italiane oggi contribuiscono all’inquinamento e alle emissioni di anidride carbonica decisamente meno di un tempo. Nonostante le famiglie proprietarie di casa siano costantemente sotto pressione e spesso sul banco degli imputati come corresponsabili del cambiamento climatico, in realtà i dati ufficiali mostrano come la CO2 prodotta dal riscaldamento e dall’uso della cucina sia diminuita dal 2008 in poi.
I numeri dell’Istat evidenziano in particolare i mutamenti tra 2008 e 2020. Quindici anni fa il riscaldamento delle abitazioni generava 50 milioni e 507mila tonnellate di anidride carbonica. Vi fu poi un aumento fino a un picco di 55 milioni e 262mila nel 2010, ma in seguito tale livello non è mai più stato toccato.
Da allora le emissioni hanno seguito una ben visibile traiettoria discendente: 52 milioni e 432mila tonnellate nel 2011, 52 milioni e 102mila nel 2012, 51 milioni e 426mila nel 2013. Dal 2014 in poi sono scese sotto la soglia dei 50 milioni e attraverso limitate oscillazioni sono giunte nel 2020 alla cifra di 44 milioni e 71mila tonnellate di CO2. Si tratta del 12,7% in meno rispetto al 2008 e del 20,2% in meno se il confronto è il con piccolo del 2010.
24.3.2023