La proroga della maggiorazione Tasi dello 0,8 per mille, inserita nella legge di bilancio, non fa che prolungare una situazione di pesante iniquità. Lo rileva Confedilizia, spiegando che tale maggiorazione – che consente ad alcuni Comuni (fra cui Roma e Milano) di raggiungere l’aliquota massima Imu-Tasi dell’11,4 per mille rispetto all’ordinario limite del 10,6 – era stata prevista, per gli anni 2014 e 2015, a condizione che con essa fossero finanziate, relativamente alle abitazioni principali ed equiparate, “detrazioni d’imposta o altre misure, tali da generare effetti sul carico di imposta Tasi equivalenti o inferiori a quelli determinatisi con riferimento all’Imu relativamente alla stessa tipologia di immobili”. Il particolare limite massimo si giustificava esclusivamente, alle condizioni previste, negli anni 2014 e 2015. La possibilità poi concessa per gli anni successivi non trovava più alcuna giustificazione, così come non trova giustificazione l’ulteriore proroga – addirittura di due anni – ora disposta, con la quale viene nuovamente scaricata sui proprietari immobiliari una richiesta di fondi proveniente da alcuni Comuni. Una disposizione eccezionale e finalizzata per due anni (2014-2015) si estende quindi per altri cinque, arrivando fino al 2020 e senza alcuna motivazione che non sia di pura cassa.
Si tratta – sottolinea Confedilizia – di un segnale gravemente negativo che si aggiunge alla mancata conferma del blocco degli aumenti dei tributi locali, che innesterà senz’altro una generale spinta a incrementi che, con riferimento all’Imu e alla Tasi, porterà ad accrescere la già elevatissima imposizione tributaria di natura patrimoniale gravante sugli immobili, pari a 21 miliardi di euro ogni anno.
C’è da augurarsi – conclude Confedilizia – che l’esame della manovra in Senato porti al settore immobiliare novità che rimedino alla gravità di tali decisioni. Le proposte sono sul tavolo e sono il minimo che si possa chiedere: una cedolare secca per gli affitti commerciali più coraggiosa, l’eliminazione dell’Imu per i negozi sfitti (più volte annunciata dallo stesso Vicepremier Salvini), la stabilizzazione della cedolare per le locazioni abitative a canone concordato, l’eliminazione delle tasse sui canoni di locazione non percepiti, una maggiore estensione degli incentivi per gli interventi sugli immobili, misure per favorire gli investimenti nel residenziale.