Abbiamo dedicato la copertina di questo numero di Confedilizia notizie al tema delle occupazioni abusive perché la giostra mediatica italiana si è concentrata particolarmente su questi temi nelle ultime settimane. Il motivo di tanta attenzione è stato lo sgombero, il 19 agosto, di un edificio di Roma di 33.000 metri quadri occupato illegalmente dal 2013, sul quale pendevano – ha dichiarato il Prefetto della Capitale al Corriere della Sera – “diversi provvedimenti di sequestro mai ottemperati”.
Poiché, in Italia, il fatto che venga ristabilita la legalità in un immobile dopo quattro anni assume i contorni di un evento, non per tutti positivo, dal momento dello sgombero si è avviato un dibattito di quelli che il nostro Paese non si fa mai mancare, ricco di pathos e di demagogia, un po’ meno di buon senso.
Dalla politica sono giunte dichiarazioni di ogni genere, non sempre coerenti con le attività svolte in Parlamento (il riferimento, in particolare, è alle forze di opposizione). Ma a farsi sentire sono stati anche i giudici.
In un comunicato del 27 agosto, Magistratura democratica – che è una delle associazioni dei magistrati italiani – ha scritto fra l’altro: “Crediamo che occorra un radicale cambio di paradigma, anche da parte della magistratura. È necessario tornare alla Costituzione e alle sue prescrizioni limpide in materia di uso residuale del diritto penale, di prevalenza dei diritti sociali e umani su quelli di proprietà, di partecipazione di tutti gli interessati alle decisioni che riguardano la loro vita. Anche la vicenda delle occupazioni abusive e degli sgomberi non si deve sottrarre a questo mutamento di rotta”.
Qualche giorno dopo, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Eugenio Albamonte, ci ha messo una pezza. “Il diritto alla casa non è rivendicabile davanti a un giudice, a differenza del diritto di proprietà, e noi da questo non possiamo prescindere”, ha dichiarato al Corriere della Sera.
Confedilizia ha provato ad inserirsi con il suo stile, che è quello del pragmatismo e del diritto, ma non ha avuto, sui media, lo stesso spazio concesso ad urlatori vari, compresi i vari “movimenti per la casa” (più o meno legali), che hanno pontificato persino attraverso la tv pubblica (per chi volesse approfondire, invitiamo a consultare il nostro sito web e i nostri social network). Abbiamo ricordato il nostro allarme sul decreto sicurezza, che lanciammo – prima che il provvedimento fosse convertito in legge – per denunciarne la lesione dei diritti proprietari, e abbiamo preannunciato che valuteremo sotto ogni profilo – anche giuridico – i prossimi atti del Ministero dell’interno.
Sullo sfondo, resta una sensazione di sconforto alla quale siamo purtroppo abituati. Si rappresentano come chissà quali novità fenomeni – come quello delle occupazioni abusive – presenti da decenni e incancrenitisi proprio a causa del lassismo delle istituzioni. E non si comprende quanto tutto ciò sia terribilmente negativo non solo per la reiterata violazione del diritto di proprietà, ma anche per i “danni collaterali” che nel tempo vengono prodotti da certe politiche: sfiducia dei cittadini, perdita di sicurezza, degrado, deprezzamento dei valori immobiliari in intere zone, mortificazione del risparmio.
Quando lo comprenderanno, sarà sempre troppo tardi.
g.s.t.
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da Confedilizia notizie, settembre ’17
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