Confedilizia ha portato la voce dei proprietari di casa all’incontro col Governo, a Palazzo Chigi, convocato per discutere del decreto-legge approvato il 16 febbraio dal Consiglio dei ministri sul sistema della cessione del credito e dello sconto in fattura collegato agli incentivi per interventi edilizi (il provvedimento è illustrato all’interno di questo numero di Confedilizia notizie).
Ai rappresentanti dell’Esecutivo – i ministri Giorgetti e Pichetto Fratin, il viceministro Leo, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano, oltre al direttore dell’Agenzia delle entrate Ruffini – abbiamo chiesto di affrontare e risolvere anzitutto la questione dei crediti incagliati, giunti alla considerevole cifra di 19 miliardi di euro, che sta creando enormi problemi ai proprietari e ai condominii. Abbiamo ribadito che occorre anzitutto fare ogni sforzo per individuare misure che siano in grado di sbloccare i cantieri fermi, al fine di tutelare al massimo i cittadini che si sono fidati dello Stato. Il decreto ha tentato di migliorare la situazione, con una norma che interviene sulle responsabilità dei cessionari, ma serve molto di più.
Al Governo abbiamo però formulato anche alcune proposte per attenuare, nella fase transitoria, gli effetti del decreto – di fatto, anche se non formalmente, retroattivo – nonché per scongiurare per il futuro l’eliminazione totale del sistema della cessione del credito, mantenendolo ad esempio per gli interventi antisismici e per quelli di abbattimento delle barriere architettoniche.
Abbiamo, inoltre, suggerito di introdurre la possibilità per il beneficiario di trasformare la detrazione fiscale in credito d’imposta nonché di utilizzare nelle annualità successive le detrazioni non godute nell’anno di riferimento.
Le stesse osservazioni abbiamo formulato in sede parlamentare, in occasione dell’audizione svolta dinanzi alla Commissione Finanze della Camera dei deputati.
Poi c’è il tema del futuro. Già durante la campagna elettorale, Confedilizia ha indicato alle forze politiche l’esigenza di impostare un sistema stabile ed equilibrato di sostegno agli interventi finalizzati a riqualificare il nostro patrimonio immobiliare, anche per mettere ordine a una legislazione che è in essere da oltre 25 anni. Passata la bufera superbonus, occorre iniziare a lavorare in questa direzione.
Nel frattempo – abbiamo pure detto ai rappresentanti del Governo e del Parlamento – va contrastata con forza la proposta di direttiva europea che pretenderebbe di obbligare i proprietari a realizzare sui loro immobili interventi di efficientamento energetico costosi, gravosi e in molti casi addirittura impossibili. Noi non siamo fra quelli che – per interesse, per ideologia o per superficialità – definiscono “un’occasione” un provvedimento potenzialmente distruttivo per l’Italia. Su questo non si transige.
Giorgio Spaziani Testa
da Confedilizia notizie, marzo ’23
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