Il Messaggero di oggi ospita un articolo di Giorgio Spaziani Testa, presidente della Confedilizia, che commenta un editoriale di Romano Prodi, apparso sul medesimo quotidiano lo scorso 17 agosto, in cui il “padre nobile” del centrosinistra italiano ha affrontato il tema della casa, parlando di “debolezza del sistema abitativo” e suggerendo possibili soluzioni. Una di esse concerne la locazione privata. Ha scritto Prodi: “Non si può inoltre non tenere conto della necessità di riformare il mercato degli affitti, riguardo al quale la legislazione e la prassi giurisprudenziale sono fortemente penalizzanti nei confronti dei proprietari di case. Mancano infatti le necessarie garanzie nei confronti del corretto pagamento del canone e dei tempi e dei costi da affrontare nel caso che l’inquilino si rifiuti di lasciare libero l’alloggio alla scadenza del contratto. Il che scoraggia l’offerta delle case in affitto e i necessari investimenti nel settore abitativo destinato all’affitto”.
Nel suo intervento, Giorgio Spaziani Testa evidenzia che “se un problema abitativo esiste, là dove esiste, una delle ragioni risiede proprio nel fatto che le considerazioni appena riportate non sono state adeguatamente tenute presenti da parte di chi ha avuto, nel corso del tempo, responsabilità decisionali”. E continua segnalando che “per restituire fiducia ai proprietari – e, di conseguenza, determinare benefici in capo ai potenziali inquilini, tramite un allargamento dell’offerta abitativa e un conseguente calmieramento dei canoni – non vi sarebbe neppure bisogno di riforme epocali”, ma solo “assicurare una maggiore tutela ai proprietari che concedono in locazione i loro immobili e che così facendo svolgono una funzione economica fondamentale”.
Il presidente della Confedilizia suggerisce poi alcune misure che potrebbero essere di aiuto per ampliare l’offerta abitativa ridando fiducia ai proprietari, come l’affidamento delle esecuzioni di rilascio anche a soggetti diversi dagli ufficiali giudiziari. Altra misura potrebbe essere l’esenzione dall’Imu per “le abitazioni date in locazione, se del caso iniziando da quelle locate ‘a canone concordato’ (che riguardano anche gli studenti universitari), contestualmente estendendo a tutta Italia la cedolare secca al 10% prevista per quest’ultima” tipologia di contratti. “Le persone rispondono agli incentivi, si usa dire. E i proprietari immobiliari non fanno eccezione a questa regola consolidata”.
Ulteriore suggerimento è quello che si proceda pure con “altri interventi strutturali, a partire dal recupero degli oltre centomila appartamenti di edilizia residenziale pubblica non disponibili per varie motivazioni (necessità di riqualificazione, ritardi burocratici, occupazioni senza titolo ecc.) e da una più rigorosa gestione di quelli assegnati. Inoltre, potrebbero essere riproposti – migliorandoli nel loro funzionamento – strumenti come il fondo per gli affitti e quello per la «morosità incolpevole»”. Infine, andrebbe esplorata con concretezza la possibilità di riqualificare e riutilizzare almeno parte dei molti edifici pubblici in disuso.
Queste le conclusioni di Spaziani Testa: “Migliorare la situazione abitativa si può, agendo con buon senso e nel rispetto della libertà economica e del diritto di proprietà. L’alternativa – infruttuosa – è gridare quotidianamente al ‘caro affitti’, prendersela con i ‘padroni di casa”, con l’’overtourism’, con la ‘rendita’, magari invocando misure dirigiste fuori dal tempo e, comunque, controproducenti. Prendiamo la direzione giusta”.