Con il voto dell’8 e 9 giugno, gli elettori europei hanno mandato alla Commissione e al Parlamento un messaggio chiaro: va invertita la rotta.
Lo abbiamo detto il giorno successivo alle elezioni: occorre che la maggioranza e il Governo italiani s’impegnino sin da subito per dare vita a una maggioranza europea diversa da quella uscente, che metta al primo posto il totale ripensamento dell’intero Green Deal, a partire da quel provvedimento sull’efficientamento energetico degli immobili, la cosiddetta direttiva “case green”, sulla quale hanno opportunamente votato contro, pur dopo aver contribuito a migliorarla.
Chi si è subito affrettato a dire che la maggioranza Ursula è tecnicamente riproponibile non ha compreso, o si rifiuta di farlo, che l’aria è cambiata, che gli europei si sono fatti sentire e che i partiti devono agire di conseguenza, a meno che alcuni di essi – Partito popolare in primis – non vogliano arroccarsi su posizioni ormai indifendibili e lontane anni luce dalla volontà dei cittadini.
L’Europa deve cessare di essere la casa dei dirigisti, quasi sempre in alleanza con gli affaristi, per trasformarsi in un’entità più vicina alle esigenze dei Paesi che la compongono, delle loro economie, dei loro abitanti.
La nuova Commissione, poi, la cui composizione risentirà dei cambi di Governo verificatisi negli ultimi cinque anni nei vari Paesi, deve finalmente interrompere quella insopportabile, reiterata richiesta di ulteriormente aumentare in Italia la tassazione sugli immobili. Richiesta nuovamente reiterata il 19 giugno!
Altro che aumenti. L’auspicio, al contrario, è che inizi al più presto un’opera di, pur graduale, riduzione di un macigno che pesa ogni anno per oltre 50 miliardi di euro sulle spalle di coloro che hanno deciso di investire nel mattone i propri risparmi. Tema più che mai caldo, visto che è di pochi giorni fa la scadenza del termine per versare la prima rata della componente patrimoniale di questa imposizione tributaria, quella rappresentata dall’Imu.
Ma quelle dell’8 e 9 giugno sono state anche le elezioni di Ilaria Salis, candidata da Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) per sottrarla alla giustizia ungherese, dove era detenuta con l’accusa di aver partecipato ad azioni violente in quel Paese.
Ebbene, la prima esternazione da “onorevole” della Salis è stata dedicata alla rivendicazione orgogliosa di una serie di reati riguardanti la casa, con un post sui social network in cui la neo eletta parlamentare europea ha difeso il movimento di lotta per la casa, al quale ha appartenuto, rievocando, fra l’altro, “le pratiche collettive dell’occupazione di case sfitte, il blocco degli sfratti, la resistenza agli sgomberi”. Complimenti sinceri a chi l’ha votata.
Ma non è finita qui. Poche ore dopo questa incredibile apologia di reato, Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, una delle due componenti di AVS, ha rincarato la dose, affermando testualmente: “Ilaria Salis rivendica la militanza nel movimento di lotta per il diritto alla casa? Mi ritrovo nelle battaglie per questo diritto, anche nelle occupazioni”, sostanzialmente proponendo di eliminare il reato di occupazione abusiva di immobili.
Questo è il livello. Esponenti del Parlamento europeo e del Parlamento italiano che esaltano atti contrari alla legge e, di fatto, invitano a compierli. Hanno tutto il nostro disprezzo.
Giorgio Spaziani Testa
da Confedilizia notizie, luglio ’24
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