La ventunesima Conferenza organizzativa della Confedilizia – come sempre ricca di partecipazione e di contenuti – è stata una nuova occasione per veder confermata la forza e l’unità della nostra organizzazione di fronte agli impegni e alle sfide che siamo chiamati ad affrontare anche nell’anno da poco iniziato.
Le questioni, come sempre, sono tante. La più pressante – nonostante i tempi apparentemente lunghi – è quella della proposta di direttiva europea sull’efficientamento energetico degli immobili, che ci vede impegnati dal 2021, ma sulla quale l’opinione pubblica e la politica hanno avuto modo di soffermarsi solo ora, dopo la formidabile campagna mediatica che la nostra Confederazione ha avviato lo scorso 10 gennaio (così come aveva fatto nel dicembre del 2021 quando segnalò la presenza, in una bozza del provvedimento, addirittura del divieto – poi soppresso – di vendere e locare gli immobili privi dei requisiti energetici imposti). All’interno del notiziario è possibile trovare ampia documentazione sul tema.
Sul fronte fiscale, archiviata la legge di bilancio, è imminente la presentazione da parte del Governo del disegno di legge delega di riforma. Lo ha confermato il viceministro dell’economia e delle finanze, Maurizio Leo, nel corso di un incontro con una delegazione della nostra Confederazione. L’intento – ci ha detto l’on. Leo (considerato il ministro delle finanze di fatto del Governo Meloni) – è quello di operare un intervento a larghissimo raggio, tale da interessare gran parte del sistema fiscale italiano. Lo valuteremo e daremo il nostro giudizio, ma quel che è certo è che – almeno nelle intenzioni – il disegno di legge avrà, a differenza di quello predisposto dall’Esecutivo Draghi, principii e criteri direttivi chiari e precisi, come richiesto dalla Costituzione e dalla giurisprudenza della Consulta. E non conterrà – come il viceministro Leo ha detto più volte alla stampa e confermato nell’incontro con la Confedilizia – alcuna norma relativa al catasto, che la Commissione europea chiede da tempo all’Italia di “aggiornare” all’esplicito fine di aumentare la tassazione immobiliare.
Dal canto nostro, al viceministro Leo abbiamo rappresentato quella che consideriamo – insieme all’Imu (che però non ha direttamente a che vedere con la delega fiscale) – la maggiore urgenza per il nostro settore: un intervento incisivo nel campo della tassazione delle locazioni non abitative, da operarsi da un lato attraverso l’eliminazione della tassazione dei canoni non percepiti e, dall’altro, mediante l’introduzione di un’imposizione reddituale sostitutiva dell’Irpef (la si chiami “tassa piatta”, “cedolare” o come meglio si ritenga).
Vedremo e opereremo di conseguenza. Quel che è certo è che Confedilizia c’è e ci sarà. Sia quando – come troppo di frequente avviene – occorre agire in difesa, per fronteggiare le mille minacce che arrivano tanto dal fronte politico quanto da quello delle categorie interessate, sia quando – tra un attacco e un altro al risparmio immobiliare – si trova un ritaglio di tempo per formulare proposte.
Giorgio Spaziani Testa
da Confedilizia notizie, febbraio ’23
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